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LA CORSA DEI BARBERI

Molle volte era stata fatta a Padova questa, corsa, ma con più sfarzo fu allestita il 2 luglio 1766. Venne costruito. in Prato della Valle un doppio steccato con palchi nella parte esterna addobbati con gran lusso.

La corsa era organizzata da nobili padovani che facevano correre i loro cavalli. Agli animali veniva legata una corda di seta tra la criniera e la coda, e sulla corda legate piume, nastri e palle ed appuntato un numero corrispondente al proprietario.

Fino dalle prime ore del pomeriggio vennero occupati i palchi ed il recinto interno, e tutte le finestre e poggioli ornati di tappeti erano affollati di spettatori. Nella Loggia Amulea c'erano le autorità e molti nobili di Venezia venuti qui per l'occasione. A cura di S., E. il Governatore Dolfin venne nella Loggia imbandito un lauto rinfresco. Corazzieri a cavallo custodivano le strade e le musiche suonavano in vari punti del recinto.

Davanti al Palazzo Grimani detto Macoppe ora Verson erano preparate 16 caselle con rinchiusi i cavalli che dovevano correre senza fantino. Alle 5 del pomeriggio finito il giro della cavalleria uno squillo di, tromba diede il segnale della partenza ed i 16 cavalli liberi da ogni freno si slanciarono dalle loro nicchie e con un galoppo furioso percorsero tre giri del Prato.

II cavallo vincitore che ruppe col petto, il cordone del traguardo fu il numero 10 di proprietà del nobile Cieza. II premio consisteva in 30 braccia, circa 16 metri di velluto di seta. I cavalli furono poi fermati dagli staffieri accorsi e non successe alcun inconveniente.

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Ignazio Sommer (Merzio)